Il paesaggio urbano e la gestione del verde

Introduzione 

Il 14 marzo 2020 si celebrava la Giornata nazionale del Paesaggio, istituita dal Ministero per i Beni e le Attività culturali e per il Turismo, nello spirito della Convenzione europea del Paesaggio (in Italia ratificata con la legge n.14 del 2006), al fine di sensibilizzare i cittadini a tutelare i paesaggi.

La loro tutela rappresenta un principio fondamentale inserito nella Costituzione avente un valore determinante nello sviluppo sostenibile della società.

Il paesaggio urbano 

Nel mondo, le città occupano appena il 2% della superficie terrestre, ma ospitano la metà della popolazione mondiale. 

Attualmente in Europa il 75% della popolazione vive nelle città, luoghi in cui il consumo energetico rappresenta il 69% del totale dell’intero continente con evidente espressione della maggior parte delle emissioni di gas a effetto serra. 

Il sistema urbano è caratterizzato da una grande complessità strutturale e funzionale dovuta alla presenza di componenti socioeconomiche, storiche, artistiche e naturali tra loro interconnesse. 

Con il termine ecosistema urbano si indica la città intesa come un sistema ecologico con associati flussi di energia e di materiali. 

Una città è, quindi, un esempio di ecosistema antropico caratterizzato da una componente artificiale decisamente predominante rispetto a quella naturale.

Gli ecosistemi urbani sono anch’essi sistemi termodinamici, dissipativi, aperti, in condizioni di non equilibrio ma, a differenza di quelli naturali, sono eterotrofi, incompleti, dipendenti da aree limitrofe, più o meno vicine per quanto riguarda acqua, energia, cibo e altri materiali. La città essendo sede di numerose e diversificate attività antropiche è sorgente di inquinanti atmosferici. 

Le caratteristiche del paesaggio urbano

L’isola di calore è un fenomeno locale ed è l’effetto più noto dell’urbanizzazione sul clima locale. Con il termine isola di calore si intende la differenza di temperatura tra un’area urbana (più calda) e le aree rurali che la circondano. L’isola di calore, quindi, determina un aumento della temperatura dell’aria spostandosi dalle aree rurali al centro di una città. 

L’area urbana è caratterizzata per la maggior parte della sua estensione da:

  1. una complessa geometria della struttura urbana; 
  2. superfici asfaltate e edificate aventi proprietà termiche elevate e superfici impermeabili;
  3. una riduzione delle superfici evaporanti come ad esempio gli specchi d’acqua, la vegetazione, i suoli umidi o bagnati, ecc…; 
  4. un livello molto elevato di emissioni;
  5. un elevato consumo di suolo che causa lo scorrimento rapido delle acque meteoriche in superficie. Tutto ciò determina l’instaurarsi di fenomeni di rischio idrogeologico come ad esempio allagamenti e inondazioni.

Si stima che tra le aree urbane e quelle rurali ci siano tra gli 0.5°C e i 3°C di differenza.

I fenomeni temporaleschi sono del 10 – 15% maggiori rispetto alle zone rurali a causa della maggiore quantità di calore a disposizione nei moti convettivi. Nell’ambiente urbano si verifica un aumento dei nuclei di condensazione, cioè delle polveri sottili derivanti dall’inquinamento che favoriscano la condensazione del vapore in nube e l’aggregazione delle minuscole particelle di acqua a originare le precipitazioni. 

Una maggiore condensazione, quindi, determina una maggiore nuvolosità e di conseguenza maggiori precipitazioni (l’incremento dei due parametri è rispettivamente del 5 – 10% e del 10 – 15% annuo). 

L’intensità massima di isola di calore si verifica in condizioni anticicloniche con cielo sereno nelle prime ore dopo il tramonto del sole.
L’intensità minima, invece, si ottiene in condizioni meteorologiche di forte vento e tempesta.

In condizioni anticicloniche e in estate l’isola di calore contribuisce negativamente alla formazione di elevate concentrazioni di ozono al suolo su tutta l’area urbana.     

Le città, inoltre, sono caratterizzate da un elevato rischio idrogeologico determinato dalle precipitazioni molto intense, concentrate in brevi periodi e accompagnate da forti venti.

Il verde nel paesaggio urbano 

Nel 2018 si stima che più dell’80% della superficie dell’Italia è occupata da vegetazione arborea (45.4% considerando gli alberi sia in ambito urbano e sia in quello agricolo) e da vegetazione erbacea (38.70%), mentre le superfici artificiali occupano il 7.65%.
Tra il 2012 e il 2017 hanno incrementato la loro estensione solo le aree a copertura artificiale e quelle arboree.

L’Istat definisce il verde urbano come un patrimonio di aree verdi che insiste sul territorio dei Comuni gestito, direttamente o indirettamente, da enti pubblici quali i Comuni, le Province, le Regioni o lo Stato. In questo ambito sono compresi diversi tipi di aree verdi: verde attrezzato, parchi urbani, verde storico, aree di arredo urbano e aree speciali, che comprendono giardini scolastici, orti botanici, vivai, giardini zoologici e altre categorie residuali.

La Commissione europea (European commission, 2016) e Ispra (Aa.Vv., 2011) hanno proposto la seguente classificazione delle tipologie di aree verdi urbane: verde storico, grandi parchi urbani, verde attrezzato, aree di arredo urbano, forestazione urbano, giardini scolastici, orti urbani, aree sportive all’aperto, aree boschive e verde incolto.

Il 4 febbraio scorso l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO) e la Arbor Day Foundation, nell’ambito del programma “Tree Cities of the Word”, che intende creare città più resilienti e sostenibili (obiettivo 11 dell’Agenda ONU 2030), hanno stilato la classifica delle città che possiedono più alberi sul suolo urbano.

In Italia sono state premiate tre città: Milano, Torino e Mantova.

Nel resto del mondo, le prime città a essere premiate sono state capitali come Dublino, Lubiana, Quito, Parigi, Erevan, metropoli come New York, San Francisco e Toronto, e una serie di centri più piccoli come Bradford nel Regno Unito, Thunder Bay in Canada e Tempe in Arizona.

Le esternalità positive del verde 

Gli alberi migliorano le condizioni microclimatiche urbane, la qualità dell’aria, la resilienza della città e la salute psico-fisica dei cittadini, in particolar modo di coloro che risiedono in aree densamente popolate. Inoltre, garantiscono il mantenimento della biodiversità locale.

La vegetazione in città e, specialmente, le siepi, grazie alla loro naturale capacità fonoassorbente, sono in grado di ridurre il livello e la percezione dei rumori generati dalle attività umane. Nel 2013 il progetto europeo Hosanna ha evidenziato che una cintura di alberi di 15 metri riduce i livelli del rumore di 3 decibel.

La vegetazione è in grado di ridurre l’erosione idrica superficiale e il rischio idrogeologico in quanto assorbe una parte delle piogge, che poi vengono rilasciate gradualmente sia nelle falde idriche sotterranee che nei corpi idrici superficiali.

Gli alberi svolgono la funzione igienico – sanitaria in quanto depurano chimicamente l’atmosfera, fissano i gas tossici, filtrano le polveri sottili e gli altri agenti inquinanti.

Alcune piante svolgono la funzione di ripristino ambientale e di recupero di siti inquinati da contaminanti di varia natura (fitodepurazione).

Gli alberi riducono l’isola di calore attraverso l’assorbimento di calore da parte delle foglie, l’ombreggiamento e l’evapotraspirazione che consiste nell’assorbimento dell’acqua da parte delle radici e nella restituzione di quest’ultima sottoforma di vapore acqueo dopo la fotosintesi.

Tale processo è endotermico poiché sottrae l’energia all’ambiente esterno causando un decremento della temperatura intorno alle piante durante le ore più calde e un innalzamento dell’umidità atmosferica. 

Attraverso tali processi  la temperatura dell’aria negli spazi verdi urbani può essere da 1-3 °C fino a un massimo di 5-7 °C più bassa delle aree urbane edificate circostanti. La vegetazione, infatti, è in grado di svolgere il ruolo di termoregolatore.

L’albero è dunque una risorsa biologica, ambientale, energetica e sociale avente una funzione strategica nello sviluppo sostenibile delle città.

Il paesaggio urbano e la gestione del verde

La gestione del verde nelle città, purtroppo, non tiene conto delle esternalità positive sopra descritte. 

L’incremento degli alberi in città non deve avvenire solamente attraverso gli interventi “spot” di forestazione urbana programmati durante la giornata nazionale dell’albero. 

Gli Enti locali dovrebbero effettuare il censimento del verde, il monitoraggio delle alberature, le cure e gli interventi adeguati, incluse le operazioni di potatura e anche di abbattimento che siano necessarie. Tali operazioni però devono effettuate con la perizia necessaria e, quindi, devono essere evitate le potature tramite capitozzatura o gli abbattimenti effettuati durante la stagione di nidificazione dell’avifauna anche in assenza di ragioni di somma urgenza.

Gli strumenti per la gestione del verde 

Gli strumenti fondamentali in grado di tutelare, valorizzare e migliorare il patrimonio arboreo e paesaggistico urbano sono i Regolamenti comunali del verde e i  Piani del Verde. 

L’assenza di tali regolamenti fa si che la gestione del verde rimane caotica in quanto è affidata solamente al buon senso.

Roma e il regolamento del verde

Il Regolamento del verde e del paesaggio urbano di Roma, nonostante l’approvazione in Giunta comunale a gennaio del 2019, non è mai divenuto effettivo in quanto non è stato approvato in Assemblea Capitolina.

Tale regolamento, frutto di un intenso lavoro partecipato e condiviso con associazioni, organizzazioni professionali e addetti ai lavori, è composto da 67 articoli suddivisi in 5 capitoli per definire principi, criteri e norme per la cura, lo sviluppo e la manutenzione del patrimonio verde pubblico e privato della città.

Nel regolamento, inoltre, erano state individuate le migliori pratiche per una cura corretta del verde, ovvero si disciplinavano le potature, i rinnovi delle alberate, la tutela delle piante durante i cantieri o scavi stradali.

Si rileva quindi che è sempre più urgente  che Roma  si doti di questo indispensabile strumento per tutelare l’ambiente urbano, superando il gravissimo ritardo che la vede fanalino di coda non solo delle capitali europee ma anche di molte città italiane.

A cura di Ilaria Falconi

Tecnico ambientale Mipaaf – Consigliere Nazionale Società Italiana di Geologia Ambientale

Recapito tel. 366 6507024
Email ilaria.falconi.ambiente@gmail.com

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